CIRCOLO A.C.L.I. DI VIMERCATE
Il 2015 è iniziato con avvenimenti davvero sconvolgenti. Questo mese, vi proponiamo un articolo del nostro presidente provinciale, che in modo conciso riesce a fare un’analisi che cerca, discostandosi dalle voci dei grandi media, invitare a riflettere sulla nostra società.
————————————————————————————- Molte sono in particolare le interrogazioni gravi che ci si pone oggi di fronte alle notizie e alle immagini televisive di questi mesi e di questi giorni. La prima riguarda gli autori dei gesti di terrorismo ed è la domanda sul perché. Perché un essere umano può giungere a tanta crudeltà e cecità? Ci si chiede in quali oscuri meandri della coscienza possano albergare tali sentimenti di odio, di fanatismo politico e religioso, quali risentimenti personali e sensi di umiliazione collettiva possano essere alla radice di simili folli decisioni.Nulla e nessuno potrà mai giustificare questi atti o dare loro una qualunque parvenza anche larvata di legittimazione. Ma ci dobbiamo anche chiedere: ci siamo noi tutti davvero resi conto nel passato, rispetto ad altre persone e popoli, quanto grandi ed esplosivi potessero a poco a poco divenire questi risentimenti e quanto nei nostri comportamenti potesse contribuire e contribuisse di fatto ad attizzare nel silenzio vampate di ribellione e di odio? Ma non è possibile, a proposito di questa domanda, non sottolineare anche la tremenda responsabilità di chi, magari dotato di grandi mezzi, ha imparato a sfruttare questi risentimenti e li fornisce di strumenti di morte, finanziando, armando e organizzando i terroristi in ogni parte del mondo, anche vicino a noi. Anche per costoro non v´è nessuna ragione o benché minima legittimazione per il loro agire. E non posso neppure dimenticare quanto ancora Gesù diceva nel discorso della Montagna proibendo anche una parola offensiva perché contenente già i germi dell´odio e dell´omicidio. La “tolleranza zero” deve essere, per ogni parola o gesto di odio. Queste parole non sono mie. Sono di Carlo Maria Martini nel suo ultimo discorso alla città da Arcivescovo di Milano. Mi sembrava giusto e opportuno ricordare e ridirle qui oggi. “La disparità sociale genera prima o poi una violenza che la corsa agli armamenti non risolverà mai. Questa serve solo a cercare di ingannare coloro che reclamano maggiore sicurezza, come se oggi non sapessimo che le armi e la repressione violenta, invece di apportare soluzioni, creano nuovi e peggiori conflitti”. E ancora: “La globalizzazione dell’indifferenza, che oggi pesa sulle vite di tante sorelle e di tanti fratelli, chiede a tutti noi di farci artefici di una globalizzazione della solidarietà e della fraternità, che possa ridare loro la speranza e far loro riprendere con coraggio il cammino attraverso i problemi del nostro tempo e le prospettive nuove che esso porta con sé e che Dio pone nelle nostre mani.” Anche queste parole non sono mie. Sono di Jorge Mario Bergoglio, nella Evangelii gaudium e nel messaggio per la Giornata Mondiale per la pace del primo gennaio, pochi giorni fa. Mi sembrava giusto e opportuno ricordare e ridirle qui oggi. Torniamo a spiegare le ragioni della pace continuiamo a costruire la pace qui nella nostra Milano e ad impegnarci e a chiedere la pace in Europa e nel mondo. È il miglior investimento che possiamo fare per il nostro futuro e per quello dei nostri figli. Il sangue e le tragedie vicine di questi giorni; il sangue e le tragedie lontane e rimosse di questi giorni; il sangue e le tragedie vicine e lontane che ci hanno preceduto ci danno quest’unico monito: dialogate, convivete tra diversi cercando il molto e il vero che accomuna, promuovete la giustizia, affermate i diritti umani, rispettate e custodite la Terra. E questa comune visione del mondo ed il profondo sentimento di fraternità e di sorellanza che ci ha portato qui oggi per reagire alla minaccia ed alla paura che avvertiamo è ciò che ci unisce e che dovrà continuare ad unirci. Grazie a ciascuno di noi per essere qui, per il nostro impegno quotidiano per la nonviolenza attiva e per il futuro che costruiremo insieme, in pace.
Paolo Petracca – Presidente ACLI provinciali di Milano, Monza e Brianza